Gli esperti hanno lanciato l’allarme sulla carne venduta al supermercato: sarebbe fatta da animali malati. Ecco di cosa si tratta.
La carne è senza dubbio uno degli alimenti più consumati al mondo, ogni anno gli esseri umani ne mangiano infatti circa 312 milioni di tonnellate. Si tratta quindi di un quantitativo enorme, la cui produzione giornaliera influenza anche l’ambiente e l’atmosfera terrestre. Il commercio della carne, compiuto attraverso il trasporto aereo, stradale, navale e ferroviario, contribuisce infatti alla formazione dei pericolosi gas serra. Secondo una recente analisi, il 14% dell’inquinamento della Terra è purtroppo causato dall’allevamento.
Un altro dato allarmante arriva invece dalla carne venduta al supermercato: per gli esperti sarebbe fatta da animali malati. Tuttavia, ci sarebbe un modo per riconoscere i prodotti migliori. La rivista Il Salvagente, attraverso il suo ultimo articolo intitolato “Grasso che cova”, ha mostrato tutto ciò che si cela dietro la comune carne venduta al supermercato.
Carne di animali malati, ecco come riconoscerla
In modo particolare, ha deciso di ripercorrere le ultime polemiche sugli allevamenti broiler e sulle strisce bianche, comunemente chiamate white striping. Queste ultime sono sostanzialmente dei segni rivelatori, che mostrano un’alterazione dei tessuti dell’animale. In altre parole, i ricercatori hanno scoperto che i petti di polli analizzati hanno subìto delle misteriose modifiche, le quali rendono la carne meno magra del previsto. Cosa hanno scoperto allora gli scienziati nel dettaglio?
Innanzitutto, bisogna ricordare che il petto di pollo a crudo dovrebbe contenere 0,8 grammi di lipidi per 100 grammi di carne, in base alle tabelle stilate dal CREA. I ricercatori, analizzando alcuni campioni di petto di pollo, hanno invece scoperto che i valori superano notevolmente la soglia. In modo particolare, i prodotti Aia Sottilissime di pollo e il filetto di pollo a fette di Esselunga raggiungono addirittura i 2,5 grammi di sostanza grassa. E non solo: anche il petto di pollo a fette Conad tocca i 2,2 grammi. Enzo Spismi, che dirige il laboratorio di Fisiologia traslazionale e nutrizione all’Università di Bologna, ha inoltre dichiarato che questa particolare carne proviene da animali malati, i quali hanno il metabolismo alterato.
Come si riconosce allora la carne sana? Prima di tutto, bisogna leggere l’etichetta del prodotto. Quest’ultima contiene infatti tutte le informazioni relative all’animale e al prodotto che si acquista. Il secondo consiglio riguarda la conservazione della carne. Le modalità di conservazione influenzano ovviamente la qualità: le carni in frigo devono, ad esempio, essere protette da dei contenitori. Tuttavia, il fattore più importante è l’aspetto della carne al supermercato. Qualora il consumatore riscontrasse un liquido in eccesso attorno al prodotto, oppure una strana brina, non dovrebbe acquistarlo. Anche il colore e l’odore possono rivelare la qualità della carne. Affidarsi prima di tutto ai propri sensi è tra i rimedi validi per capire se la carne è buona o meno.