Con la legge 104 si può essere esonerati dal lavoro in orario serale? Ecco in quali casi si può richiedere l’esonero.
Come noto la legge n. 104/1992 prevede una serie di benefici a favore delle persone disabili e per i caregiver, ossia i familiari che prestano loro assistenza. Si tratta di una legge di (vera) civiltà che assicura un concreto sostegno a chi deve fare i conti col peso della disabilità.
Grazie alla legge 104 chi assiste un familiare portatore di handicap può usufruire di alcune agevolazioni sul piano lavorativo per prendersi cura del coniuge o di un parente convivente disabile. Il prestatore di assistenza, lavoratore o lavoratrice che sia, come detto viene chiamato caregiver.
La domanda è: tra le agevolazioni riconosciute dalla legge 104 ai caregiver rientra anche l’esonero dai turni di notte? Posso saltare il turno di lavoro serale se devo assistere un parente disabile? Ecco cosa prevede la normativa.
Con lavoro notturno si intende innanzitutto l’attività prestata per almeno 7 ore filate, tra la mezzanotte e le cinque di mattina. Diciamo subìto che la legge 104 permette al caregiver di saltare il turno di notte, ma solo a determinate condizioni.
La legge permette ai lavoratori che hanno a proprio carico il soggetto disabile di essere esonerati dai turni notturni. Dunque i caregiver non possono essere obbligati a lavorare di notte o a fare turni equiparati al lavoro notturno (vale a dire i turni di reperibilità o di pronta disponibilità). Resta però da capire cosa significa esattamente avere “a proprio carico” il disabile. Stando a una risoluzione del Ministero del Lavoro (la numero 4 del 2009) ha “a carico” il soggetto disabile il lavoratore che gli presta “assistenza effettiva”.
Occorre che la disabilità sia grave? La legge 104 infatti (articolo 3, comma 1) precisa che gli aventi diritto sono i soggetti con una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabile o destinata ad aggravarsi col tempo e che rende difficoltosi l’apprendimento, le relazioni o l’integrazione sul posto di lavoro e perciò porta a emarginazione o svantaggio sociale. Lo stesso articolo 3, al comma 3, parla invece di disabilità grave quando, in rapporto all’età del soggetto disabile, la minorazione ne ha compromesso l’autonomia personale al punto da rendere necessaria un’assistenza generale, permanente e continuativa.
A questo proposito il Ministero, sulla base di una precedente circolare dell’Inps, ha precisato che “l’assistenza effettiva” richiesta perché il caregiver sia esonerato dal lavoro notturno non equivale necessariamente a un’assistenza quotidiana. Dunque l’esonero dal turno di notte prescinde dal fatto che sia stata riconosciuta o meno la disabilità grave del parente da assistere. Occorre tuttavia che l’assistenza sia almeno sistematica e adeguata rispetto ai concreti bisogni della persona con disabilità.
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