Un dato molto preoccupante sul glaucoma affligge la comunità scientifica e l’oftalmologia: c’è solo un modo per evitare il peggio.
Il glaucoma è una patologia di spettanza oculistica che colpisce il nervo ottico e può avere conseguenze molto gravi per la salute. Si caratterizza come una malattia cronica e progressiva che, se non trattata per tempo e adeguatamente, può portare addirittura alla cecità nei soggetti interessati.
Da anni in letteratura scientifica emergono nuovi studi che hanno cambiato, anche radicalmente, le prospettive per diagnosi e trattamento, ma le ricadute restano le stesse: si manifesta la perdita del campo visivo a partire dalle porzioni più periferiche e coinvolgendo man mano anche le zone centrali, con un aumento clinicamente significativo della pressione all’interno dell’occhio.
Ad allarmare ulteriormente sul tema, è arrivato un dato molto importante: tra il 2000 e il 2020, il glaucoma è stato responsabile dell’8,40% dei casi di cecità. Lo studio da cui è emersa la statistica ha evidenziato anche che si tratta di 3,61 milioni di persone non vedenti, e dell’1,4% di disabilità visive, che corrisponde a 4,1 milioni di persone. Sono numeri impressionanti, che si aggravano ulteriormente se si considera il decorso insidioso del glaucoma.
Glaucoma, il nemico silenzioso della vista: l’esperto indica l’unica soluzione
Raúl de Sousa, presidente dell’Aplo, l’Associazione dei professionisti optometrici autorizzati, ha specificato in un comunicato i motivi per cui, ancora oggi, non è inverosimile che i pazienti perdano la vista: “Si tratta spesso di una condizione asintomatica, rilevata solo troppo tardi“. E ancora: “La maggior parte delle persone ha una vista normale per una parte della propria vita, poiché la prevalenza del glaucoma prima dei 35 anni è bassa“.
Dopo i 40 anni, però, si verifica una rapida perdita della qualità visiva che può essere contrastata solo attraverso la diagnosi precoce. Basta pensare che, se i test diagnostici sono effettuati per tempo, potrebbe bastare la terapia farmacologica (colliri), mirata ad abbassare la pressione intraoculare, o parachirurgica (laser) ad arginare il problema.
Altrimenti, si può ricorrere alla chirurgia, a partire dalla trabeculectomia fino ad arrivare a impianti drenanti, endociclofotocoagulazione, chrirugia della cataratta e addirittura sclerectomia profonda, per chi ha già importanti deficit nell’identificazione del campo visivo. Le campagne di sensibilizzazione per i controlli periodici, soprattutto per chi presenta familiarità, miopia elevata e diabete, andranno avanti con convinzione per arginare il problema. Aspettare, a volte, può essere l’errore peggiore per la propria salute.